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Ascoltare l’ansia dei nostri figli: una guida per genitori consapevoli

  • Immagine del redattore: dottoressafacchin
    dottoressafacchin
  • 15 set
  • Tempo di lettura: 3 min

Negli ultimi anni, sempre più giovani e adolescenti manifestano sintomi legati all’ansia. Le stime parlano di circa il 7% degli adolescenti tra i 13 e i 17 anni: questo significa che in una classe di 25 studenti adolescenti, è probabile che almeno 1 o 2 di loro convivano con un’ansia significativa. A volte lo dicono chiaramente, altre lo nascondono dietro al silenzio, l’irritabilità o piccoli malesseri quotidiani. Per un genitore, è difficile capire quando preoccuparsi, come comportarsi e – soprattutto come aiutare un figlio senza invadere o sminuire ciò che prova.


Ma cosa è l’ansia e come si manifesta nei giovani?


L’ansia è un’emozione normale e universale, è la risposta alla percezione di essere in pericolo. Se immaginassimo di trovarci sul tetto di un grattacielo, la nostra mente comincerebbe a inviarci dei segnali di allarme sottoforma di sensazioni corporee (come battito cardiaco accelerato e sudorazione) e pensieri (per esempio: “E se cadessi?”). Quindi l’ansia ha una funzione ben precisa: in piccole dosi ci aiuta a riconoscere e a evitare un potenziale pericolo - e in questo caso probabilmente ci spingerebbe ad allontanarci dal bordo del tetto. Quando l’ansia diventa pervasiva, intensa o cronica, può trasformarsi in un peso che ostacola la vita di tutti i giorni.


L’ American Psychiatric Association, una delle più autorevoli organizzazioni a livello internazionale nel campo della salute mentale, ha fornito una lista di sintomi d’ansia più comuni nei giovani:


  • Ipervigilanza. I più ansiosi tendono a essere spesso tesi e in guardia, scrutano l’ambiente in cerca di potenziali pericoli. Questo comportamento emerge soprattutto in situazioni in cui il giovane si sente osservato.


  • Evitamento. Cercare di evitare in tutti i modi le situazioni che possono provocare ansia è una strategia che spesso viene messa in atto: per esempio, se la scuola viene vista come un ambiente stressante, è probabile che il giovane cerchi in tutti i modi di evitarla. Questo può portare a isolarsi e chiudersi in sé stesso.


  • Lamentele frequenti di malesseri fisici, soprattutto prima di affrontare quelle situazioni ritenute più stressanti. Mal di testa, mal di stomaco, nausea, vertigini, sudorazione, tremori, ma anche difficoltà a dormire o a restare svegli, dolore o fastidi al petto.


  • Irritabilità o scoppi di rabbia improvvisi. Reazioni spropositate a stimoli specifici o nuovi che agli adulti possono sembrare immotivate e inaspettate sono in realtà scatenate da precisi eventi o situazioni.


Come può aiutare un genitore?


  • Ascolta senza giudicare: crea uno spazio dove tuo figlio possa esprimersi, anche a fatica, anche con silenzi. Attenzione a non colpevolizzare: evita di puntare il dito su comportamenti (come l’uso del cellulare) senza vedere il bisogno che c’è sotto.


  • Dai valore a ciò che prova: frasi come “ti credo” o “capisco che per te sia difficile” sono molto importanti. Stai attento a non minimizzare: “È solo stress”, “Passerà”, “Non è niente di grave” possono suonare come un rifiuto.


  • Proponi un supporto professionale, se necessario, come un’opportunità di crescita, non come una “cura per chi sta male”.


Ma quando è il caso di cercare un aiuto professionale?


Se l’ansia inizia a interferire con la vita quotidiana – come andare a scuola, dormire, mangiare, uscire con gli amici – potrebbe essere il momento di coinvolgere uno psicologo. Uno psicologo non dà “soluzioni preconfezionate”, ma accompagna il ragazzo a esplorare le sue emozioni, dare un nome a ciò che prova, riconoscere i segnali del corpo e imparare a gestirli con più consapevolezza. Talvolta è il ragazzo stesso a chiedere di poterne parlare con qualcuno!


I giovani di oggi vivono in un mondo complesso, pieno di stimoli, richieste, aspettative e confronti continui. Parlare d’ansia non è più un tabù: è un segno che qualcosa sta cambiando, che stiamo imparando a riconoscere ciò che sentiamo. E che anche i genitori possono essere parte attiva di questo cambiamento. Con ascolto e fiducia è possibile affrontare l’ansia. Insieme.


Vuoi approfondire o parlarne con un professionista?


Se ti rivedi in questo articolo o riconosci alcuni segnali in tuo figlio, puoi chiedere un colloquio informativo. Anche un solo incontro può fare chiarezza, offrire nuovi strumenti e aiutare la famiglia a riprendere fiato.



Chiu, A., Falk, A., & Walkup, J. T. (2016). Anxiety disorders among children and adolescents. Focus, 14(1), 26–33. https://doi.org/10.1176/appi.focus.20150029

McAdam, E. [Therapy in a Nutshell]. (2023, August 3). What Is Anxiety Really? What Is Anxiety really? Stress, Anxiety, and Worry [Video]. YouTube.

 
 
 

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